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Visita al cimitero (2 novembre)

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Cancello aperto,
un mare di fiori,
croci nella terra conficcate
presenziano le tombe al camposanto.

Vado avanti in questo luogo a me nuovo pur se antico e ripetuto,
anche se qui non ho cari da visitare,
mi soffermo a pregare e fare compagnia a chi è stato dimenticato.

La sua tomba così antica,
tanto da non leggere che un nome sepolto dai licheni,
scavato nella pietra che il tempo eroso ha.

Al posto dei fiori,
un mucchio avaro di foglie secche,
raccolte in un angolo, dall’unica carezza,
che il vento ha lui portato in questa rimembranza,
insieme a una preghiera e un fiore,
da me deposto sul ciglio del suo riposo.

Più avanti, cappelle familiari,
lapide di marmo levigate,
colonne ornamentali a testimone di una ricchezza inutile.

Poco più in là, un'altra lapide,
spiega alla gente che di li passa,
ch'egli fu un grande magistrato innanzi tutto,
come se all'altro mondo servisse a qualcosa!
Che stupidità la boria umana,
che non si arresta neppure all’evidenza della morte.

Più avanti ancora,
un cumulo di pietre ed una croce in legno,
per indicare un gruppo di caduti in guerra;
lì non vi sono lapide di marmo levigate,
con scritte in oro,
vi sono solo umili nomi,
che diedero per la libertà il contributo più prezioso,
la vita loro in cambio della morte.

Vige il silenzio su questa piccola collina e
in fra le mura antiche del cimitero è pace,
ma dell’arroganza umana
parlano i segni evidenti
di tombe che sottolineano la differenza inutile,
anche dopo la morte.



 Anna Giordano - 03/11/2017 22:36:00 [ leggi altri commenti di Anna Giordano » ]


Ringrazio sentitamente, Arcangelo, per le riflessioni e la commozione dichiarata con un effluvio di lacrime e ricordi.

Ora sono io ad essere commossa.Grazie!

 Anna Giordano - 03/11/2017 22:28:00 [ leggi altri commenti di Anna Giordano » ]

Ti ringrazio Gianni, in quanto a sensibilità non sei da meno. Grazie!

 Arcangelo Galante - 03/11/2017 07:10:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Una suggestiva narrazione che mette in risalto le impressioni, avute dall’autrice, sul terreno sacro, luogo ove riaffiorano facilmente i ricordi, quando si entra in un cimitero. Forse, non tutti hanno l’opportunità di poter passeggiare e trovare le persone conosciute, oppure i propri cari, durante la visita effettuata nella ricorrenza del Due Novembre, giacché, a volte, questi luoghi sono lontani e, qualcheduno, non sempre vi si può recare. Ma a colpirmi molto, sono le descrizioni dettagliate, rivelatrici di un senso d’abbandono, di isolamento e di dimenticanza del posto, sino all’arrivo del flusso di gente, nella data scelta, per commemorare i defunti. Alla fine del “racconto”, i miei occhi si sono gonfiati di lacrime, ricordando...!

 Gianni Vavassori - 02/11/2017 17:46:00 [ leggi altri commenti di Gianni Vavassori » ]

Bella, sensibilità immensa. Brava.

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